mercoledì 7 giugno 2017

Bob Dylan 2016 Nobel Lecture in Literature - Traduzione parziale

Quando ho ricevuto il premio Nobel per la letteratura, mi sono chiesto esattamente come le mie canzoni siano collegate alla letteratura. Volevo riflettere su questo punto e vedere dov'era il collegamento. Proveró a essere eloquente per voi. E molto probabilmente avverrà in modo indiretto, ma spero che ciò che dico sarà utile e mirato. Se devo tornare agli inizi, credo che dovrei iniziare con Buddy Holly. Buddy è morto quando avevo 18 anni e lui aveva 22 anni. Dal momento in cui l'ho sentito, mi sono sentito in sintonia. Mi sono sentito legato, come se fosse un fratello maggiore. Ho anche pensato di somigliare a lui. Buddy suonava la musica che amavo - la musica su cui sono cresciuto: Country Western, Rock’n'Roll, e Rhythm&Blues.

Tre parti separate di musica che si intrecciavano in un unico genere. Un marchio. E Buddy scrisse canzoni, canzoni che avevano melodie bellissime e versi immaginari. E ha cantato alla grande, ha cantato in più di un paio di voci. Era l'archetipo. Tutto quello che non ero e volevo essere. L'ho visto solo una volta, ed e' stato qualche giorno prima che se ne fosse andato. Ho dovuto viaggiare km per vederlo suonare, e non sono rimasto deluso. Era potente ed elettrizzante e aveva una presenza al comando. Ero a soli pochi metri di distanza. E ' stato affascinante. Ho guardato la sua faccia, le sue mani, il modo in cui ha battuto il piede, i suoi grossi occhiali neri, gli occhi dietro gli occhiali, il modo in cui ha tenuto la chitarra, il modo in cui si é messo, il suo completo elegante, tutto di lui. Sembrava un pò piú vecchio. Qualcosa di lui sembrava permanente, e mi ha riempito di convinzione. Poi, di punto in bianco, e successa la cosa piú' sorprendente. Mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha trasmesso qualcosa. Qualcosa che non sapevo. E mi ha fatto venire i brividi.

Penso che un giorno o due dopo il suo aereo precipito'. E qualcuno - qualcuno che non avevo mai visto prima - mi ha dato un disco di Leadbelly con la canzone "Cottonfields" su di esso. E quel disco ha cambiato la mia vita. Mi ha trasportato in un mondo che non avevo mai conosciuto. Era come un'esplosione. Come se avessi camminato nell'oscurità e all'improvviso l'oscurità era scomparsa. Era come se qualcuno mi avesse toccato. Devo aver ascoltato quel disco centinaia di volte.
Era di una casa discografica di cui non avevo mai sentito parlare con un opuscolo dentro con annunci per altri artisti dell'etichetta: Sonny Terry e Brownie McGhee, i Ramblers New Lost City, Jean Ritchie, band di stringhe. Non avevo mai sentito parlare di nessuno di loro. Ma ho pensato che se erano su questa etichetta con Leadbelly, dovevano essere bravi, quindi avrei bisogno di sentirli. Volevo sapere tutto e suonare quel tipo di musica. Avevo ancora una sensazione per la musica con cui ero cresciuto, ma per ora, l'avevo scordata. Non ci pensavo nemmeno. Al momento, era svanita.
Non avevo ancora lasciato casa, ma non potevo aspettare. Volevo imparare questa musica e incontrare le persone che la suonavano. Alla fine, sono partito, e ho imparato a suonare quelle canzoni. Erano differenti dalle canzoni della radio che avevo ascoltato fino ad allora. Erano più vibranti e dirette alla vita. Con canzoni alla radio, un artista potrebbe ottenere un hit con un rotolo dei dadi o una mano di carte, ma questo non ha importanza nell'ambiente folk.

Avevo principi e sensibilità e una visione del mondo. Li avevo da un certo momento, appresi alla scuola elementare. Don Chisciotte, Ivanhoe, Robinson Crusoe, i Viaggi di Gulliver, il Racconto delle due città e tutto il resto: letture classiche della scuola elementare, che formano il vostro modo di vedere il mondo , che vi forniscono una comprensione della natura umana e un metro per misurare le cose. Mi sono servito di tutto questo quando ho cominciato a scrivere testi di canzoni. “Moby Dick – ha proseguito – è un testo affascinante, un libro pieno di scene di dramma intenso e di dialoghi drammatici (…). Tutto è mescolato. Tutti i miti: la Bibbia giudaico-cristiana, le leggende britanniche, San Giorgio, Perseo, Ercole: tutti cacciatori della balena. Noi non vediamo che la superficie delle cose. Noi possiamo interpretare ciò che è al di sotto”.

Invece per quanto riguarda “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Remarque, Dylan parla di una “storia d’orrore, una storia che vi fa perdere l’infanzia, la vede in un mondo razionale, l’empatia per l’altro. Siete presi in un incubo, aspirati in un tourbillon di morte e dolore(…). Ho lasciato questo libro, l’ho chiuso. Non volevo più leggere romanzi sulla guerra e non ne ho mai più letto un altro”.

Possiamo vedere solo la superficie delle cose, possiamo interpretare quello che giace sotto in qualunque modo preferiamo. Gli uomini della ciurma camminano sul ponte ascoltando le sirene e gli squali e gli avvoltoi che seguono la nave. Leggenda da teschi e volti come se leggessi un libro. Ecco una faccia, te la sbatto davanti, leggila se ci riesci".

Cosa significano tutte queste storie che ho raccontato? Cosa significano questi libri che ho letto? Io e tanti altri cantautori siamo stati influenzati da questi stessi temi e possono significare tante cose diverse. Una canzone viene a te: e questo è l’importante; non devo sapere per forza cosa significa qualcosa, ho scritto di tutto nelle mie canzoni e non mi preoccupo di cosa significhino. Se Melville ha messo l’Antico Testamento, riferimenti biblici, teorie scientifiche, la dottrina protestante e tutta la conoscenza sul mare in una sola storia, non devi preoccuparti neanche tu rispetto a cosa questo significhino le canzoni. Suona bene ed è questo che io voglio".

Le nostre canzoni sono vive nella terra dei vivi. Ma le canzoni non sono letteratura. Devono essere cantate non lette. Le parole delle commedie di Shakespeare devono essere recitate sul palco. Proprio come le parole delle canzoni devono essere cantate, non lette sulla pagina. E mi auguro che alcuni di voi abbiano la possibilità di ascoltare queste parole come debbano essere ascoltate: in concerto oppure su disco. Torno ancora a Omero che diceva: ‘Canta, o Musa, e attraverso me narra la storia’”.


 


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